A 23 anni dagli attentati dell'11 settembre 2001, la memoria di quella tragedia continua a intrecciarsi con la campagna elettorale per le presidenziali americane, che non si arresta nemmeno di fronte a un ricordo così doloroso. In un momento in cui il World Trade Center a New York è ancora sinonimo di sofferenza, con nuove vittime tra i soccorritori, i candidati alla Casa Bianca riflettono sul significato di questo anniversario.
Kamala Harris e Joe Biden a Ground Zero
Kamala Harris, candidata alla presidenza dopo che Joe Biden le ha ceduto il passo lo scorso luglio, sarà presente oggi a Ground Zero, insieme al presidente uscente. Il duo democratico commemorerà le vittime delle stragi nei luoghi simbolo dell’attentato, ricordando il sacrificio di chi perse la vita quel giorno. Harris, che nel 2001 si trovava in palestra in California mentre l'attacco era in corso, ha più volte condiviso la sua incredulità di fronte a quelle immagini devastanti, un ricordo che riaffiora sempre con grande forza.
La vicepresidente in carica proseguirà poi verso altri due luoghi cruciali: il Pentagono, colpito durante l’attacco, e Stonycreek, in Pennsylvania, dove precipitò il volo 93 dirottato dai terroristi. La Pennsylvania rappresenta, inoltre, uno stato decisivo per il voto di novembre, dove Harris terrà anche comizi a Johnstown e Wilkes-Barre. Questo tour commemorativo e politico sottolinea la complessa sovrapposizione tra il rispetto per le vittime e la necessità di non rallentare il ritmo della campagna elettorale.
Il ritorno di Trump?
Anche Donald Trump, l'ex presidente e candidato alle elezioni di novembre, sta valutando la possibilità di visitare il World Trade Center. Pur non avendo ancora ufficializzato i suoi piani, la sua campagna ha fatto sapere che un passaggio a Ground Zero è tra le ipotesi sul tavolo. Trump ha una relazione complessa con questo luogo simbolico: nel 2016, in corsa per la presidenza, visitò Ground Zero, sottolineando il proprio legame con New York. Nonostante i suoi stretti rapporti con l'ex sindaco Rudy Giuliani, uno dei protagonisti nella gestione dell’emergenza del 2001, Trump ha poi costruito una parte della sua carriera politica facendo leva su retoriche anti-islamiche e divise all'interno del partito repubblicano riguardo alle guerre in Medio Oriente.
Nel 2021, Trump disertò la cerimonia ufficiale a Ground Zero, preferendo incontrare vigili del fuoco e poliziotti, per poi tornare in Florida a commentare un match di boxe. Questa scelta fu vista da molti come una mancanza di rispetto verso le vittime degli attentati. Nonostante le critiche, Trump continua a mantenere una posizione ambivalente, tra il ricordo delle vittime e il proprio percorso politico.
Le vittime che continuano a crescere
Nel frattempo, a New York, il World Trade Center continua a essere un luogo di sofferenza. Le malattie legate agli attentati hanno mietuto altre vittime tra i soccorritori che accorsero quella mattina del 2001. Il New York City Fire Department ha recentemente reso noto che 360 membri del dipartimento sono morti a causa di patologie collegate agli eventi di quell'11 settembre, superando i 343 pompieri che persero la vita nel giorno stesso dell'attacco. "Le perdite al World Trade Center non sono finite", ha dichiarato Robert Tucker, capo dei pompieri di New York.
L'11 settembre resta una ferita aperta nella storia americana, con un impatto che va oltre le commemorazioni. Le vittime continuano ad aumentare, mentre il ricordo si mescola con le sfide politiche attuali. La campagna elettorale per le presidenziali del 2024 porta inevitabilmente i candidati a confrontarsi con quella tragica eredità, cercando di mantenere un equilibrio tra rispetto, memoria e la necessità di guardare al futuro.
11/09/2024
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