Ogni minuto che passa, il nostro pianeta perde una preziosa risorsa naturale: le foreste pluviali. Secondo le allarmanti statistiche del World Resources Institute (WRI) e dell'Università del Maryland, nel corso dell'anno precedente è stato cancellato un'area di foreste pluviali incontaminate estesa quasi quanto la Svizzera, per un totale di 37.000 chilometri quadrati. Un tasso di deforestazione tale da far sparire dieci campi da calcio al minuto, a causa principalmente dell'espansione dell'agricoltura.
Nonostante i progressi notevoli registrati in Brasile e Colombia, dove la perdita di foreste è diminuita rispettivamente del 36% e del 49%, grazie alle politiche ambientali adottate dai presidenti Luiz Inàcio Lula da Silva e Gustavo Petro, queste vittorie sono state offuscate da aumenti significativi della deforestazione in altre regioni, come Bolivia, Laos, Nicaragua e Canada. Quest'ultimo ha perso più di 8 milioni di ettari a causa di incendi senza precedenti.
La direttrice del Global Forest Watch del WRI, Mikaela Weisse, ha commentato: "Il mondo ha fatto due passi avanti e due indietro per quanto riguarda la perdita di foreste di quest'anno". Se da un lato si evidenziano progressi incoraggianti in alcune nazioni, dall'altro l'aumento della deforestazione in altre aree ha vanificato tali successi.
La deforestazione non è solo un problema ambientale; è anche una delle principali cause di emissione di gas serra e perdita di biodiversità. Secondo gli scienziati, la conservazione delle foreste pluviali è cruciale per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Tuttavia, il fatto che la deforestazione continui a ritmi record indica che i governi stanno fallendo nei loro sforzi per affrontare la crisi climatica e la perdita di biodiversità.
La recente conferenza sul clima 'Cop28' di Dubai ha ribadito l'urgenza di fermare e invertire la deforestazione entro il 2030, seguendo l'impegno preso dai leader mondiali alla 'Cop26' di Glasgow. Tuttavia, i nuovi dati mettono in evidenza che il mondo è ben lontano dal raggiungere tale obiettivo, con pochi cambiamenti nella perdita globale di foreste negli ultimi anni.
Nonostante il rallentamento della deforestazione in Brasile, il Paese rimane uno dei principali contributori alla perdita di foreste pluviali primarie, insieme alla Repubblica Democratica del Congo e alla Bolivia. Questi tre Paesi hanno causato più della metà della deforestazione totale a livello globale.
La situazione è particolarmente critica in Bolivia, che ha visto un aumento significativo della perdita di foreste per il terzo anno consecutivo, principalmente a causa dell'espansione della coltivazione della soia. Anche Laos e Nicaragua hanno subito gravi perdite nel 2023, con un tasso di disboscamento rispettivamente dell'1,9% e del 4,2%. La frammentazione delle foreste in questi Paesi ha reso più facile la loro distruzione, alimentata dalle richieste di materie prime e dall'espansione agricola.
Gli esperti sono concordi nel sottolineare l'importanza di imparare dagli esempi positivi come Brasile e Colombia per raggiungere gli obiettivi di conservazione delle foreste. Matthew Hansen, esperto in telerilevamento presso l'Università del Maryland, propone un approccio che coinvolga finanziamenti internazionali per i Paesi che ospitano foreste pluviali, come il "Fair Deal" proposto dalla Germania.
Tuttavia, Hansen avverte che un tale piano di recupero delle foreste pluviali richiede una solida governance e un impegno attivo della società civile per avere successo. È urgente agire ora, poiché ogni minuto che passa ci avvicina sempre di più alla perdita irreversibile di uno dei nostri più importanti ecosistemi terrestri: le foreste pluviali..
04/04/2024
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