Palermo è una città con i piedi ammollo. Con i piedi ammollo nel senso che partendo da Porta Nuova, costruita nel 1535 in onore dell’imperatore Carlo V che tornava vittorioso dalle campagne d’Africa, e percorrendo tutta quella strada che per i palermitani chiamano Cassaro, si ha la sensazione di scivolare verso il mare fino a quell’altra porta che si chiama Porta Felice, costruita nel 1582 e dedicata a donna Felice Orsini.
E così, mentre il maestrale saliva per il Cassaro o el-qasr, così come la denominarono gli arabi che nell’anno 803 conquistarono Palermo, la gente invece scendeva verso il mare per la passeggiata, fino alla Porta dei Greci che immetteva, e immette, nell’antico quartiere della Kalsa, in arabo al-Khalisa cioè l’eletta.
Ebbene, che ci vogliate credere o no, la saracinesca, proprio quella del salumiere, come del parrucchiere, come del gioielliere, è stata inventa più di 1200 anni fa dai palermitani proprio per sigillare questa porta. Con una serie di pesanti tronchi che di regola i ricchi cavalieri facevano sollevare ai soldati semplici o agli schiavi, con un sistema si catene o di corde. Per favi capire, i tronchi cadevano dall’alto da una sorta di cassettone come quello delle odierne serrande che abbiamo a casa. In questo modo gli invasori non potevano forzare la porta nemmeno con un ariete ed essendo stata la prima trappola per i saraceni, prese il nome di Saracinesca.
08/01/2021
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