Le difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, la precarietà, la crisi economica colpita ancor più duramente dalla pandemia, dall’inflazione e dalla guerra in Ucraina, nel 2022, hanno influito negativamente sulla dinamica demografica.
Secondo l’Istat, rispetto al 2021, lo scorso anno la popolazione è diminuita dello 0,3%, pari a circa 179mila unità, nonostante un flusso migratorio positivo. A scendere, su media annuale, è anche il numero delle nascite, fenomeno ormai in atto da anni.
Analizzando nello specifico l’andamento della natalità a livello nazionale, nel 2022 le nascite sono state il 6,7 per mille dei residenti, pari a 392.598 unità e a 7.651 in meno rispetto all’anno prima.
Se al Sud è stato registrato un lieve aumento, ancora una volta il primato dei bimbi in culla è stato assegnato alla provincia autonoma di Bolzano con il 9,2 per mille, mentre la Sardegna segna il valore più basso, con il 4,9 per mille.
Guardando oltre i confini nazionali, il fenomeno della denatalità, contrapposto all’aumento dell’invecchiamento, è diffuso un po' ovunque, e la Spagna, assieme all’Italia, si confermano tra i Paesi europei meno fecondi.
21/03/2023
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