Il Presidente Usa Joe Biden, nei giorni scorsi, ha annunciato che il 20 settembre, partirà la somministrazione delle terze dosi anti Covid per tutti gli americani che hanno concluso il piano vaccinale otto mesi prima. La decisone è stata presa alla luce degli effetti della variante Delta, riconosciuta universalmente più pericolosa delle precedenti.
Secondo gli esperti, trascorsa la suddetta finestra temporale, la protezione ricevuta con due dosi, inizia ad indebolirsi. Ma l’annuncio ha sollevato le critiche dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che tramite una conferenza stampa, ha espresso il proprio parere negativo. La Chief Scientist Soumya Swaminathan dell’Istituto ha dichiarato: “Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza dose.
Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei paesi ricchi, perché non aiuterà a rallentare la pandemia. Togliendo dosi alle persone non vaccinate, i booster favoriranno l’emergere di nuove varianti”. L’Oms ritiene che, attualmente, la priorità è quella di continuare a vaccinare tutti quei Paesi, dove il tasso di copertura è ancora molto basso, e iniziare con la terza inoculazione sarebbe controproducente. Per esempio, in Africa solo l’1.85 della popolazione ha completato il ciclo vaccinale.
La risposta del Presidente Biden non è tardata ad arrivare, il quale fermo sulla decisione presa, ha affermato: “Stiamo donando più di tutto il resto del mondo messo insieme, prima della metà dell’anno prossimo, forniremo mezzo miliardo di dosi al resto del mondo. Io e mia moglie riceveremo i richiami, abbiamo ricevuto le dosi a dicembre, quindi è tempo.”
21/08/2021
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