I Servizi hanno preventivato in 75mila le persone pronte a partire dal Nord Africa verso le coste siciliane.
Sono tornate le tensioni nel Mediterraneo centrale. Il 6 maggio la guardia costiera libica ha sparato verso tre pescherecci italiani, partiti da Mazara Del Vallo, e che si trovavano a circa 35 miglia dal porto di al-Khums, in Tripolitania, ferendo ad un braccio il comandante dell’Aliseo.
Secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), nei primi mesi del 2021 sono stati almeno 500 i migranti che hanno perso la vita cercando di attraversare il Mediterraneo, un aumento molto significativo rispetto alle 150 vittime dello stesso periodo del 2020 (+200%).
I migranti provengono soprattutto da Mali, Eritrea, Sahel e dal Nord Africa. E molti di loro sono bambini e ragazzi.
Non è la prima volta che l’Italia ha riconosciuto il ruolo libico nella gestione dei flussi. Nel 1998, il colonnello Muammar Gheddafi si mostrò incline a stipulare un patto con l’Italia per la lotta al terrorismo. Le cose non sono cambiate molto neppure con i governi di centro-destra.
In virtù dell’accordo siglato nel 2008 tra il colonnello e l’ex premier, Silvio Berlusconi, in tema di gas e contenimento dell’immigrazione, Gheddafi instaurò un sistema di pattugliamento delle coste per contenere il traffico clandestino di disperati in fuga dai paesi sub-sahariani, sebbene la Libia non avesse aderito alla Convenzione sullo status dei rifugiati del 1951.
Dopo il 2011, in seguito ai disastrosi attacchi della Nato, l’Italia ha rinunciato a ricoprire un ruolo centrale in Libia in favore di altri paesi. Da quel momento le autorità italiane hanno fatto fatica a recuperare terreno, vedendo sempre più messi in pericolo gli interessi che l’ex colonizzatore aveva nel paese, in particolare in materia di accordi petroliferi, a favore di compagnie francesi e inglesi.
Da Frontex a Mare Nostrum, da Triton a EunavforMed, i fallimentari tentativi europei di tenere sotto controllo un fenomeno alimentato dai conflitti regionali, mal gestiti da Stati Uniti, Russia, Francia e Gran Bretagna, hanno prodotto effetti dirompenti di cui l’Italia per prima ha continuato a subire le conseguenze.
13/05/2021
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