L'Europa non si schioda. Le sanzioni attribuite dalla Cina a persone ed entità europee vengono definite ingiustificate.
Stanto al Parlamento europeo sono "immotivate e arbitrarie"; le mosse di Pechino rappresentano agli effetti un attacco alle libertà fondamentali e il Governo locale è stato esortato a revocare le misure.
L'accordo globale tra Ue e Cina è dunque sospeso fino a nuovo ordine. Gli investimenti previsti e disegnati a dicembre 2020 non decolleranno finché la situazione non cambierà.
Solo a seguito della revoca delle sanzioni, si potrà procedere alla ratifica dell'accordo tra le due potenze, con le stesse intenzioni e lo stesso impegno già mostrati in passato.
"I deputati chiedono anche di riequilibrare le relazioni UE-Cina, sostenendo l’adozione di un pacchetto di misure autonome quali una normativa contro gli effetti distorsivi delle sovvenzioni estere sul mercato interno, un divieto di importazione per le merci prodotte mediante lavoro forzato e un regolamento UE più efficace e rigoroso sul controllo degli investimenti esteri", si legge nella nota diffusa dalla Ue.
21/05/2021
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