Quella che si concluderà a breve, in Afghanistan, è un’operazione che verrà ricordata a lungo per la sua durata ventennale, per il taglio decisamente operativo e per la lontananza dalla madrepatria, alla quale non eravamo abituati in questo dopoguerra, con la notevole eccezione della Somalia.
In particolare, il rientro delle nostre unità si concretizzerà in un complesso di attività logistiche nelle quali verranno messe a dura prova le nostre capacità di trasporto, per ritirare il nostro contingente senza far scadere la sicurezza in una fase nella quale lo stesso si assottiglierà progressivamente. Il trasporto multimodale (aereo-navale) sarà indispensabile per estrarre, da un Paese che non ha sbocchi al mare né linee ferroviarie, i nostri mezzi fino alla base intermedia negli Emirati, da dove si avvierà invece un trasporto mediante la nave Ro-Ro fino all’Italia.
In sostanza, si dovrà provvedere all’uscita dal Paese di poco più di 800 uomini e di un migliaio abbondante di metri lineari di mezzi, da due sole località, Herat e Kabul, dove i mezzi sono già concentrati. Naturalmente, sarà necessario mantenere operativa una adeguata aliquota da dedicare unicamente a contrastare eventuali colpi di coda avversari e una riserva pronta ad intervenire in tempi brevi per dare manforte laddove fosse necessario.
30/05/2021
Inserisci un commento