Sandro Pertini, nato il 25 settembre 1896 a Stella, in provincia di Savona, è stato uno dei presidenti più amati della storia della Repubblica Italiana. Conosciuto per il suo impegno antifascista, la sua incrollabile difesa dei valori democratici e la sua straordinaria vicinanza alla gente comune, Pertini ha incarnato l'ideale del presidente "del popolo". La sua presidenza, dal 1978 al 1985, ha segnato uno dei periodi più difficili per l'Italia del dopoguerra, ma anche uno dei più memorabili per la forza morale e l'umanità che ha saputo trasmettere.
Sandro Pertini proveniva da una famiglia borghese della Liguria, ma sin da giovane sviluppò una profonda sensibilità verso i temi della giustizia sociale. Dopo aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale, si avvicinò alle idee socialiste, che lo portarono a schierarsi contro il regime fascista di Benito Mussolini. Laureato in giurisprudenza e scienze politiche, Pertini si impegnò sin dai primi anni Venti nella lotta antifascista, diventando membro del Partito Socialista Italiano(PSI).
Nel 1925, durante uno dei momenti più difficili per l'opposizione politica in Italia, Pertini si distinse per la sua attività clandestina contro il fascismo. Arrestato diverse volte, nel 1926 venne condannato a una lunga pena di prigione per aver distribuito materiale antifascista. In carcere, passò molti anni della sua vita, ma non venne mai piegato: la sua resistenza al fascismo lo rese una figura di grande prestigio morale.
Dopo la caduta del fascismo nel 1943 e l'armistizio, Pertini si unì alla **Resistenza**, diventando uno dei leader del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). La sua attività partigiana fu centrale nella lotta per la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. Al termine della guerra, Pertini fu uno dei protagonisti della nascita della nuova Repubblica Italiana, e nel 1948 venne eletto deputato per il PSI.
Dopo la guerra, Pertini divenne una figura di spicco nella politica italiana. Fu eletto presidente della Camera dei Deputati nel 1968, una carica che mantenne fino al 1976, dimostrando sempre una grande sensibilità verso i problemi sociali e i diritti dei lavoratori. La sua lunga carriera parlamentare lo portò ad essere riconosciuto come una delle voci più autorevoli del socialismo italiano, sempre fedele ai suoi principi di giustizia e libertà.
Nel 1978, in un momento di grande crisi per l'Italia, segnato dal terrorismo delle Brigate Rosse e dal rapimento e uccisione di Aldo Moro, Sandro Pertini venne eletto Presidente della Repubblica. La sua elezione arrivò come segnale di speranza per un Paese profondamente scosso. Pertini era visto come un uomo che incarnava i valori della democrazia e della Resistenza, in grado di guidare la nazione con fermezza morale.
Sandro Pertini è ricordato come il "presidente del popolo" per la sua capacità di entrare in contatto con le persone comuni. Durante il suo settennato, viaggiò in tutta Italia, visitando ospedali, scuole, fabbriche e aree colpite da calamità naturali, sempre con un atteggiamento diretto e senza filtri. Era solito infrangere il protocollo, avvicinandosi alla gente in modo sincero e spontaneo, cosa che lo rese amatissimo da tutte le classi sociali.
Uno dei momenti più celebri della sua presidenza fu la sua partecipazione ai Mondiali di calcio del 1982, quando l'Italia vinse il torneo in Spagna. Pertini venne immortalato esultante in tribuna durante la finale contro la Germania Ovest. Quell'immagine, di un presidente anziano ma ancora energico e appassionato, che condivideva con il popolo la gioia di una vittoria, divenne simbolo del legame profondo che Pertini aveva con il Paese.
In un periodo segnato da attentati terroristici e da tensioni sociali, Pertini non si limitò ad essere una figura istituzionale, ma svolse un ruolo attivo nel denunciare l’ingiustizia sociale e la corruzione. Fu uno dei presidenti più vocali contro la criminalità organizzata e la mafia, dichiarando apertamente la sua disapprovazione nei confronti delle istituzioni corrotte. La sua integrità morale lo rese un punto di riferimento, soprattutto in un momento in cui l'Italia sembrava attraversare una crisi di valori
Durante la sua presidenza, Pertini dovette affrontare numerose sfide, tra cui il terremoto dell'Irpinia del 1980, una delle peggiori catastrofi naturali nella storia del Paese. La sua visita nelle zone colpite e il suo duro discorso contro la lentezza e l’inefficienza dei soccorsi gli valsero ulteriore stima da parte del popolo. In quell'occasione, non esitò a criticare aspramente le autorità, dichiarando: "I soccorsi non sono stati tempestivi!"
Sul piano internazionale, Pertini fu un difensore dei diritti umani e della pace. Durante il suo settennato, fece diverse visite ufficiali all'estero, in cui trasmise i valori della democrazia e della libertà, sempre nel solco dell’ideale antifascista che aveva guidato tutta la sua vita. Fu un forte sostenitore dell'integrazione europea e del dialogo tra i popoli, convinto che solo la cooperazione internazionale avrebbe potuto garantire la pace e il progresso.
Sandro Pertini terminò il suo mandato nel 1985, lasciando un segno indelebile nella storia della Repubblica Italiana. Morì il 24 febbraio 1990 all’età di 93 anni, ma il suo ricordo rimane vivo nella memoria collettiva degli italiani. La sua immagine di uomo giusto, onesto e profondamente legato ai valori democratici lo ha reso uno dei presidenti più amati di sempre.
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