Il 25 novembre, in tutto il mondo, viene celebrata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
È stata scelta questa data perché nel 1960, tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, attiviste del gruppo clandestino Movimento 14 giugno nella Repubblica domenicana, vennero brutalmente assassinate mentre stavano andando a trovare i loro mariti rinchiusi in carcere, essendo dei dissidenti politici. Un primo passo in avanti venne fatto quando nel 1979, gli Stati Uniti approvarono la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, affermando che: “La violenza contro le donne è una forma di discriminazione che interferisce con la loro capacità di godere di diritti e libertà”. Nel 1981 in Colombia, proprio nella data del triplice assassinio, venne organizzato il primo convegno femminista della storia: “Incontro Internazionale Femminista delle donne latinoamericane e caraibiche”, così si decise di istituire, proprio il 25 novembre “la Giornata contro la violenza maschile sulle donne”. Un ulteriore riconoscimento avvenne nel 1993 con Dichiarazione di Vienna e nel 1999, questa data fu riconosciuta anche dall’Onu. Purtroppo, la violenza sulle donne è una violenza sistemica, in quanto tutti i giorni, veniamo a conoscenza di discriminazioni, violenze domestiche, stupri e femminicidi. Solo in Italia, è stato calcolato che dall’inizio dell’anno, ogni tre giorni una donna viene uccisa e ad oggi, sono novantuno le donne ammazzate tendenzialmente da chi sostiene di amarle. Sul grave problema che affigge non solo l’Italia ma tutto il mondo è intervenuto sia il premier Conte, affermando che: “Il lockdown ha visto triplicare il fenomeno”, sia il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.
Mattarella sostiene che: “La ricorrenza di oggi induce a riflettere su un fenomeno che purtroppo non smette di essere un'emergenza pubblica. Le istituzioni hanno raccolto il grido di allarme lanciato dalle stesse donne e dalle associazioni che da decenni sono impegnate per estirpare quella che è, ancora in troppe situazioni, una radicata concezione tesa a disconoscere la libertà delle donne e la loro capacità di affermazione. Per questo resta fondamentale, per tutte coloro che si sentono minacciate, rivolgersi a chi può offrire un supporto e prevenire la degenerazione della convivenza in violenza. Le donne inoltre, oggi, stanno subendo anche la crisi economica legata alla pandemia di coronavirus: nel secondo trimestre in Italia si sono perse quasi mezzo milione di occupate”.
25/11/2020
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