Negli ultimi dieci anni, oltre 120 mila minori non accompagnati sono arrivati via mare in Italia. Adolescenti, preadolescenti e talvolta anche bambini piccoli hanno affrontato viaggi pericolosi alla ricerca di un futuro migliore, ma l'accoglienza che li attende spesso non è all'altezza delle loro necessità. Dal 2014, secondo i dati diffusi da Save The Children, sono stati registrati 127.662 arrivi, con una media di 11.600 minori all'anno. Tuttavia, solo uno su cinque ha trovato accoglienza in una famiglia.
Al 30 settembre 2024, più di un quarto dei minori nel sistema di accoglienza risulta ospitato in grandi centri, tra cui strutture temporanee ed emergenziali. Di questi, oltre il 6% è collocato in strutture destinate agli adulti, soluzioni non idonee per garantire una crescita equilibrata.
La criticità dei 18 anni
Il rapporto "Nascosti in Piena Vista", pubblicato da Save The Children alla vigilia della Giornata internazionale del migrante, pone l'accento su un momento particolarmente delicato nella vita dei minori stranieri soli: il compimento dei 18 anni. Questa soglia rappresenta spesso un brusco spartiacque che rischia di interrompere il percorso di crescita di molti giovani.
In Italia, attualmente si trovano nel sistema di accoglienza e protezione 19.215 minori stranieri non accompagnati. La maggior parte di loro ha tra i 16 (23,75%) e i 17 anni (52,15%), mentre il 13,66% ha un'età compresa tra i 7 e i 14 anni e appena l'1,65% rientra nella fascia 0-6 anni. La Sicilia si conferma la regione con la maggiore presenza di minori stranieri soli: al 31 ottobre 2024 erano 4.555, pari al 24,78% del totale. I ragazzi sono prevalentemente maschi (87,7%) e provengono in larga parte da Egitto (3.849), Ucraina (3.631), Gambia (2.224), Tunisia (1.973) e Guinea (1.515).
Antonella Inverno, responsabile ricerca e analisi dati di Save The Children, sottolinea la necessità di garantire a questi minori un contesto adeguato: "I ragazzi che arrivano soli in Italia devono poter crescere in un ambiente fatto di relazioni e sostegno, come i loro coetanei. Tuttavia, alla maggiore età si trovano spesso soli, costretti a trovare un lavoro e una casa per poter rimanere regolarmente sul territorio".
Affido familiare e fughe dal sistema
Un dato significativo riguarda l'affido familiare, che interessa solo il 20,4% dei minori presenti in Italia. Tra questi, l'87% sono minori ucraini, accolti in risposta all'emergenza umanitaria causata dalla guerra. Al contempo, il sistema registra un numero preoccupante di allontanamenti volontari: tra gennaio e settembre 2024, sono stati 6.610 i minori che hanno lasciato le strutture, di cui il 25% (circa 1.650) è uscito definitivamente dal sistema di accoglienza, esponendosi a rischi gravissimi.
Una soluzione parziale viene fornita dal cosiddetto “prosieguo amministrativo”, che consente ai giovani di continuare a essere sostenuti fino ai 21 anni. Attualmente, i casi attivi sono 1.601. Tuttavia, secondo Save The Children, "le cose non funzionano sempre come dovrebbero". Nel 2023, ben 11.700 neo-diciottenni sono usciti dal sistema di protezione, mentre i permessi di soggiorno convertiti da quelli per minore età sono stati solo 1.366.
Un futuro da costruire
L'arrivo dei 18 anni rappresenta per questi ragazzi un momento critico, in cui ogni difficoltà si acuisce. Il rischio concreto è che i percorsi di integrazione si interrompano, lasciando questi giovani senza tutele. È necessario, conclude Save The Children, rafforzare il sistema di accoglienza e favorire l'inserimento in famiglie, oltre a garantire strumenti adeguati per il raggiungimento dell'autonomia.
Un investimento in questa direzione non solo rappresenta un atto di giustizia verso chi fugge da situazioni drammatiche, ma è anche la chiave per costruire una società più inclusiva e coesa.
17/12/2024
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