Il fatto è a dir poco inedito, solo la guerra aveva imposto al Carnevale di Viareggio una battuta d’arresto, ma la guerra, si sa, non lascia molto tempo per svagarsi. Si sente dire che pure la lotta contro il Covid sia una guerra, e qualcuno paragona le vittime ai caduti in battaglia.
La morte esige sempre raccoglimento e fermare tutto, o perlomeno rallentare tutto, può essere il più alto segno di rispetto, se realmente ci è caro il dolore della gente.
Le due maschere ufficiali del Carnevale di Viareggio, Burlamacco e Ondina, erano già pronte, cariche come ogni anno. Per loro le settimane comprese tra gennaio e febbraio sono un periodo speciale, e lo vivono, nonostante i loro novant’anni, con l’entusiasmo di due bambinetti.
Non ci volevano credere alla voce che l’Epifania tutte le feste porta via, ma chi dice questo dimentica quanto sia lungo l’inverno, dimentica quanto può penetrare nel midollo il freddo che c’è in una soleggiata giornata di gennaio e quanto si aspetti con ansia il carnevale.
Quest’anno, però, non si farà, sarà rimandato ai mesi di settembre e ottobre, e solo allora potranno liberare il lato più incontenibile che è in noi.
L’hanno letto sui giornali e ci sono rimaste di stucco: un colpo al cuore, come a un bambino a cui è tolto il giocattolo preferito.
Sembrava tutto pronto: a Burlamacco non restava che indossare il suo alto cappello di colore rosso e Ondina aveva già iniziato ad annodare i lacci della sua cuffia da bagno; si sono guardati in faccia ed hanno pianto. Ma bisogna tenere bene a mente che dietro alle maschere c’è qualcosa di più di un sorriso stampato; c’è sempre un volto e dietro al volto una persona che soffre, se qualcosa va storto.
11/02/2021
Inserisci un commento