Una marea di greggio probabilmente fuoriuscito da una o più petroliere ha raggiunto il litorale mediterraneo del paese: chiusi oltre 150 km di spiagge proprio nel momento in cui il paese ha deciso di riaprire hotel e stabilimenti balneari.
Gli attivisti israeliani l’hanno definito un disastro ambientale imponente e senza precedenti.
Le forze armate hanno messo in campo qualche migliaio di uomini per dare una mano a ripulire le spiagge dal catrame. Ma le autorità temono che questa operazione possa durare per dei mesi, se non per anni.
Non ha ancora un nome o un volto il responsabile della fuoriuscita di idrocarburi avvenuta l’11 febbraio a circa 50 km dalle coste del paese, e che nei giorni seguenti ha iniziato ad arrivare a riva.
Una stima di quanto materiale sia fuoriuscito non è ancora stata formulata. Ma non deve essere di poca entità. Il catrame si è sparso lungo tutta la costa israeliana, inquinando tanto le spiagge di Ashkelon, a sud, quanto quelle di Rosh Hanikra al non confine con il Libano a nord. Presumibilmente, il catrame si potrebbe essere spinto anche nel paese dei Cedri e sulle spiagge di Gaza. Il ministro dell’Ambiente ha comunque espresso ottimismo sulla probabilità di riuscire aindividuare la nave responsabile dello sversamento. Una volta identificata, Israele probabilmente avvierà un’azione legale, con cui tentare di farsi ripagare i danni subiti.
Il ministro dell’Ambiente ha comunque espresso ottimismo sulla probabilità di riuscire a individuare la nave responsabile dello sversamento. Una volta identificata, Israele probabilmente avvierà un’azione legale, con cui tentare di farsi ripagare i danni subiti.
27/02/2021
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