Vaccinare tutti nel minor tempo possibile, ormai è chiaro che è l’unico modo per uscire dalla pandemia. Per far in modo che questo si realizzi, è necessario un piano vaccinale che sia efficace e che possa accelerare le somministrazioni.
In Italia, nella prima fase, la campagna vaccinale ha faticato a decollare, finché l’arrivo del Generale Figliuolo, nominato da Draghi, sembrava che potesse realizzare l’obiettivo, dichiarato dallo stesso Figliuolo, di vaccinare l’80% degli italiani entro settembre.
Questo traguardo, però è messo a repentaglio dalla notizia che l’Aifa ha sospeso, in via precauzionale, il farmaco AstraZeneca, a causa di non dimostrate relazioni tra la somministrazione del vaccino e la morte per trombosi di circa 270 persone.
Nei giorni scorsi, erano stati numerosi i Paesi che avevano già sospeso l’inoculazione, ma Marco Cavaleri dell’Ema, in relazione a questa decisione, aveva dichiarato che trenta casi di tromboembolia su otre 5 milioni di persone, era una percentuale decisamente irrilevante per decidere di sospendere un farmaco.
Ora, i casi sono cresciuti esponenzialmente, dopo Francia, Paesi Bassi, Germania, Austria, Estonia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Norvegia, Islanda, Danimarca e Portogallo, l’Aifa, “in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei”, ha deciso di sospendere AstraZeneca, nell’attesa che vengano effettuati i dovuti accertamenti. L’Ema dovrà decidere se continuare con le somministrazioni o vietare AstraZeneca.
16/03/2021
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