Nella "Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo", arrivano puntuali le dichiarazioni dell'Alto rappresentante dell'UE.
In un momento molto delicato, con le immagini di violenza, a volte crude, arrivate dall'Afghanistan dopo l'occupazione di Kabul, le parole di Borrell risuonano a livello internazionale come un messaggio per molti e per pochi allo stesso tempo.
"L'UE esprime la sua solidarietà con tutte le vittime di persecuzioni, ovunque si trovino", ribadisce.
"In un anno in cui, tra i tanti altri problemi, la pandemia di COVID 19 ha comportato limitazioni nell'esercizio dei diritti umani e ne ha messo alla prova il rispetto, continuiamo a vedere come l'intolleranza religiosa porti a vessare, minacciare, incarcerare, perseguitare e uccidere persone in tutto il mondo per la loro religione o per le loro convinzioni umanistiche e/o atee. Le discriminazioni per motivi di religione o di credo hanno riguardato anche l'accesso ai servizi sanitari e alle misure di protezione sociale".
"Combattere in modo imparziale tutte le forme di intolleranza religiosa, stigmatizzazione, discriminazione, istigazione alla violenza e violenza contro le persone fondate sulla religione o sul credo deve rappresentare una priorità per tutti gli Stati e per la comunità internazionale", ha rimarcato Borrell.
"Dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dal luogo in cui vivono, il diritto di non avere oppure di scegliere o cambiare, oppure di praticare e professare una religione o un credo e di essere liberi da discriminazioni".
Inserisci un commento