Un recente sondaggio condotto dallo European Council on Foreign Relations (Ecfr) rivela che l'Italia è il paese europeo più ostile all'aumento delle spese militari. Il 63% degli italiani si dichiara contrario a incrementare il budget per la difesa, risultando primi tra i 15 paesi europei presi in esame.
Questa ricerca, pubblicata in vista del prossimo summit della NATO, sottolinea come il sentimento italiano sia particolarmente forte anche riguardo l'invio di nuove armi e munizioni all'Ucraina. Con il 53%, l'Italia si posiziona subito dopo Bulgaria e Grecia nel considerare "una cattiva idea" l'invio di armamenti a Kiev. Inoltre, il 57% degli intervistati italiani ritiene che l'Europa dovrebbe incentivare un accordo di pace tra Ucraina e Russia, un'opinione che vede l'Italia nuovamente vicina a Grecia e Bulgaria.
Al summit della NATO, la questione dell'aumento delle spese per la difesa sarà centrale. Attualmente, solo otto paesi su trentadue rispettano l'obiettivo del 2% del PIL destinato alla difesa, e l'Italia si trova tra i fanalini di coda. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha proposto un budget annuale di 40 miliardi di euro per sostenere l'Ucraina nella prosecuzione della guerra, mantenendo così lo sforzo attuale.
Il rapporto dell'Ecfr suddivide gli atteggiamenti degli europei nei confronti della guerra in tre gruppi: coloro che desiderano che l'Ucraina sconfigga la Russia (il "campo della giustizia"), coloro che vogliono che la guerra finisca il prima possibile (il "campo della pace"), e quelli che si trovano in una posizione intermedia (gli "Stati indecisi"). I paesi dove prevale il sostegno per combattere la Russia includono Estonia (68%), Svezia (54%), Polonia (50%), Gran Bretagna (46%) e Portogallo (42%). D'altro canto, la maggior parte degli intervistati in Bulgaria (61%), Grecia (59%) e Italia (57%) preferisce che l'Europa spinga per un accordo di pace.
Gli "Stati indecisi" comprendono Francia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Svizzera e Repubblica Ceca, dove le opinioni sono più equilibrate tra il supporto alla guerra e la ricerca di un accordo di pace.
Ivan Krastev, coautore dello studio e presidente dell'Ecfr, osserva che "la stabilità dell'opinione pubblica nei confronti dell'Ucraina è sorprendente: mentre il conflitto non si è congelato, per molti aspetti gli atteggiamenti dei cittadini sì." Il sostegno alla fornitura di munizioni all'Ucraina rimane forte, ma la maggioranza degli europei si oppone all'invio di truppe occidentali sul campo. Anche nei paesi più inclini alla guerra, come Polonia ed Estonia, l'opposizione resta alta. Tuttavia, questa potrebbe diminuire se si trattasse di compiti come l'assistenza tecnica ai soldati ucraini o il pattugliamento del confine con la Bielorussia, con circa il 38% degli italiani favorevole a tali interventi.
In conclusione, l'Italia si distingue in Europa per la forte opposizione all'aumento delle spese militari e al coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino, riflettendo un desiderio diffuso di trovare soluzioni diplomatiche piuttosto che militari.
03/07/2024
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