Aumentano le manifestazioni di protesta contro il presidente francese Emmanuel Macron, colpevole di sostenere la pubblicazione delle vignette Charlie Hebdo su Maometto. Musulmani di diversi paesi nel mondo sono scesi nelle piazze per chiedere il boicottaggio dei prodotti francesi; addirittura, in Bangladesh, i manifestanti hanno bruciato l’immagine del presidente Macron. In diversi negozi sono stati esposti cartelli dove dichiarano di non vendere prodotti francesi, inoltre l'Università del Qatar ha annunciato di aver rinviato indefinitamente la “Settimana della cultura francese”.
L’unione delle comunità islamiche italiane, Ucoii, seppur ritenga che l'offesa alla figura del Profeta è un atto inqualificabile, disapprova categoricamente la decapitazione del professore Samuel Paty, il professore francese di educazione civica che nei giorni precedenti alla sua morte aveva sostenuto una lezione sulla libertà di manifestare il proprio pensiero.
Disapprovazione anche da parte di Israele, che si allontana categoricamente dalle parole durissime del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale avrebbe affermato che i musulmani in Europa “sono sottoposti ad una campagna di linciaggio come lo furono gli ebrei.”
Sebbene il ministro della cultura francese R. Bachelot, abbia tentato una sorta di pacificazione sottolineando che la Francia non sta combattendo contro i musulmani ma contro il terrorismo islamico, nel mondo mussulmano le proteste non si placano anche se attualmente sembrano siano promosse da una minoranza estremista
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