Sanremo. Carlo Conti chiude la 75ª edizione del Festival di Sanremo con un successo straordinario, confermandosi un "normalizzatore" nel senso più positivo del termine. Con una media di 12,5 milioni di spettatori e il 67,1% di share, la kermesse ha registrato i dati più alti di sempre. Conti, direttore artistico e conduttore del festival, ha accolto con serenità l'etichetta che gli è stata attribuita: "Se questo è normale, ben venga il normale", ha dichiarato, tirando le somme di un'edizione che ha saputo mettere al centro la musica e il dialogo tra tradizione e modernità.
Un festival "baudiano"
Conti ha voluto omaggiare lo storico Pippo Baudo, sottolineando l'eredità che il grande conduttore gli ha lasciato: "Il mio Sanremo è baudiano nel senso migliore del termine. È una meravigliosa messa cantata, un rito collettivo che Baudo ci ha insegnato a fare". In questa edizione, la musica è stata la protagonista assoluta, accompagnata da riflessioni significative come il messaggio di Papa Francesco, il ricordo di Fabrizio Frizzi e la partecipazione dei ragazzi del Teatro Patologico.
Tra i momenti più memorabili, Conti ha citato anche Edoardo Bove e il guizzo artistico di Roberto Benigni, a testimonianza di un festival che ha saputo unire le diverse anime del panorama musicale e culturale italiano.
Un successo oltre le aspettative
Nonostante l’alto livello raggiunto dalle edizioni precedenti dirette da Amadeus, Conti ha saputo alzare ulteriormente l’asticella: "Non ho vissuto questa edizione come una sfida. Ho semplicemente ripreso un lavoro iniziato nel 2015, portato avanti da Baglioni e Amadeus. Nessuno fa il direttore artistico per se stesso, ma per la Rai e il pubblico".
Il festival ha inoltre segnato un record nella raccolta pubblicitaria, con 65 milioni e 258 mila euro di introiti. Con questi risultati, la Rai ha già vincolato Conti come direttore artistico per il 2026, e si punta anche al bis per la conduzione: "L'azienda mi ha chiesto di divertirmi per due anni sul festival, poi deciderò cosa fare strada facendo".
Dodici co-conduttori e la voglia di innovare
Un elemento distintivo di questa edizione è stata la coralità: Conti ha voluto ben dodici co-conduttori al suo fianco. "La parola d'ordine è stata ‘insieme’. Ci siamo divertiti e abbiamo lavorato tutti insieme", ha spiegato. Per il 2026, non esclude di ripetere questa formula vincente.
Il direttore artistico ha poi elogiato alcuni protagonisti del festival: Brunori, che ha impreziosito il cast, Lucio Corsi, con la sua freschezza e i suoi look straordinari, e Olly, che ha portato energia e potenza sul palco.
Riguardo ai fischi per l'esclusione di Giorgia e Achille Lauro dalla top five, Conti ha precisato: "La standing ovation per Giorgia vale più di un primo posto. Il tempo è galantuomo".
Spunti per il futuro
L'edizione si è conclusa senza intoppi né polemiche, mantenendo una scaletta rigorosa e mandando tutti a dormire almeno mezz'ora prima rispetto al passato. Tuttavia, Conti si rimprovera due errori: "Ieri sera abbiamo finito troppo tardi. Bisognava chiudere all’1.40. Inoltre, vorrei annunciare solo le prime dieci posizioni, come ho sperimentato per la serata delle cover".
Prima di tornare a pensare al prossimo Sanremo, però, Conti si gode un momento di leggerezza: "Domani mi aspetta il compleanno di Leonardo Pieraccioni".
17/02/2025
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