Mentre la guerra in Ucraina continua senza una chiara prospettiva di risoluzione, le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, scuotono il dibattito internazionale. In un'intervista alla BBC, Trump ha affermato che la Russia ha "le carte in regola" per partecipare ai negoziati di pace, sottolineando che Mosca ha "conquistato molto territorio" e che "vuole la fine della guerra".
Parole che non hanno tardato a suscitare reazioni, soprattutto in Europa. Il ministro francese per gli Affari europei, Benjamin Haddad, ha risposto con fermezza alle affermazioni di Trump, dichiarando che "l'unico dittatore in questa guerra è Putin" e che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è "un eroe". Il ministro ha anche confermato l'imminente visita del presidente francese Emmanuel Macron a Washington, prevista per la prossima settimana. Un incontro nel quale Macron intende ribadire che "l’avvenire dell'Ucraina non può essere deciso senza l’Europa".
Dura anche la replica di Kiev. Zelensky ha accusato Trump di essere influenzato dalla propaganda russa, scatenando la reazione del Cremlino. Il portavoce russo Dmitry Peskov ha definito "inaccettabili" le dichiarazioni del presidente ucraino sui leader di altri Stati.
Nel frattempo, il sostegno europeo a Kiev non sembra vacillare. Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato che lunedì sarà nella capitale ucraina per ribadire l'appoggio della Spagna alla "democrazia ucraina e al presidente Zelensky".
Mentre il conflitto si protrae, il confronto diplomatico si fa sempre più acceso. Le dichiarazioni di Trump, la ferma reazione europea e le tensioni tra Mosca e Kiev confermano che la strada per la pace resta ancora incerta.
20/02/2025
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