Ma come sarà la nuova annata?
In molti ce lo stiamo chiedendo, e i primi risultati che emergono in questa settimana variano da regione a regione. Le stime approssimative ci sono, ma si fatica a fare un quadro generale di quello che sarà, poiché i dati che al momento ci vengono forniti da CIA e AIFO, non sono totalmente in linea con la situazione di molti produttori che lamentano una dissonanza che varia da zona a zona anche nelle regioni più proficue.
L’ aumento è concentrato maggiormente nelle regioni del Sud Italia.
La Puglia si classifica al primo posto con una produttività del +175% rispetto al 2018.
A seguire la Calabria con +116% , e la Sicilia che si posiziona al terzo posto con un incremento del +38%.
Nel confronto tra la scorsa campagna olearia considerata pessima per il crollo di produzione di 175.000 tonnellate, la stima per questo nuovo anno dovrebbe aggirarsi intorno alle 330.000 tonnellate.
Si continua a sperare in una rivalsa per questo prodotto italiano che svettava fra i primi posti nella produzione mondiale.
E che da qualche anno si trova fortemente in crisi.
Sfortunatamente molte sono state le difficoltà che si sono presentate e che devono essere affrontate con i giusti provvedimenti.
La minaccia della cimice asiatica, la mosca olearia, e il batterio killer xylella che ha colpito maggiormente le zone del Salento arrivando a dimezzare il raccolto, e in ultimo ma non di certo per ordine di importanza anche il cambiamento climatico ha svolto un ruolo decisivo principalmente nelle regioni del Nord Italia che risulta essere la zona più colpita e di conseguenza la meno produttiva.
11/10/2019
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