Sembra chiaro che, nelle ultime ore, siano sempre più i politici che non vogliano acconsentire al Mes. Sull’argomento è intervenuto anche Beppe Grillo, che nel 2009 assieme a Casaleggio, creò il Movimento 5 Stelle. Tramite un post, ha dichiarato esplicitamente: “La Mes è finita, non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese, in un momento così delicato. A farlo, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte, dicendo più volte che ‘disponiamo già di tantissime risorse, fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund, e dobbiamo saperle spendere’.
Secondo Grillo, ostinarsi a continuare a dibattere sul Mes, è inutile sotto tutti i punti di vista e non porta verso nessuna direzione. Bisogna essere consapevoli che, seppur conveniente, il Mes, comporta un indebitamento ancora superiore del Paese. Il debito dell’Italia supera già i 150 miliardi di euro, soldi che dovranno comunque essere restituiti e andranno a pesare sul futuro “dei giovani e delle nuove generazioni”. Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, si è espresso a riguardo del Mes, sostenendo che: “In aula non si voterà per accedere al Mes. È una bugia. Il Presidente del Consiglio all'Euro summit si dovrà esprimere sulla riforma. Una riforma che io stesso ho definito peggiorativa e che andava fermata anni fa. Ma i numeri per essere approvato in Parlamento non ci sono”.
Di parere contrario è, invece, il capogruppo democratico della Camera Graziano Delrio, che in un’intervista ha dichiarato: “Il Mes è uno strumento che si può decidere di utilizzare o meno, ma se dopo aver fatto attendere un anno l'Europa, ora l'Italia non dovesse procedere, rischia di perdere la sua credibilità”. Secondo Del Rio, i parlamentari che decideranno di votare contro il Mes, metteranno in pericolo la maggioranza del Senato. Per lui e gli altri membri del governo, che sostengono il Mes, è impensabile non accettare i fondi messi a disposizione dall’Europa, “per noi è un punto non eludibile”.
05/12/2020
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