In Italia, secondo i dati del ministero della Sanità, nell’ultima giornata sono stati registrati circa 29 mila nuovi casi. Dati positivi in quanto, prendendo in esame i valori relativi alla seconda ondata, i numeri sia dei contagiati che dei ricoveri in terapia intensiva stanno diminuendo. Nonostante le notizie positive, il numero dei contagiati, dei ricoverati e dei decessi sono ancora molto alti. Infatti, il commissario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, durante una conferenza stampa, ha dichiarato che: “Per battere il virus servirà un vaccino, quello sarà il momento definitivo perché questa triste pagina possa essere in qualche misura girata e potrà costituire una triste e drammatica componente del nostro passato”. Al momento, sono stati elaborati diversi vaccini anti Covid-19 che sono ancora nella fase conclusiva della sperimentazione. Fra i papabili, vi è quello sviluppato dall’università di Oxford, a cui ha collaborato anche l’Irbm di Pomezia. Il loro vaccino, come spiegato da Pascal Soriot della casa farmaceutica AstraZeneca, ha bisogno ancora di ricerche “supplementari” in quanto nei giorni scorsi è stato reso noto che il campione ha dimostrato, a seconda del dosaggio somministrato, un’efficacia che oscilla tra il 62 e il 90%. Seppur questi dati abbiano sollevato dei dubbi nella comunità scientifica internazionale, Stefano Vella docente di Salute globale all'Università Cattolica di Roma ed ex presidente di Aifa ritiene che: “La notizia che il candidato vaccino anti Covid, elaborato dall’università di Oxford, ha bisogno di ulteriori studi per un verso preoccupa perché si allontana il momento della consegna, dall'altro rassicura perché ci garantisce”.
27/11/2020
Inserisci un commento