Il decreto Ristori quater è in fase di perfezionamento. In queste ore il governo è riunito per valutare, fra tante, la possibilità di trasformare in arancione anche le restanti dieci Regioni che da ieri sono rimaste rosse. Se il passo verso l’arancione, è decisamente plausibile, prima che le Regioni diventino gialle dovranno trascorrere almeno quattordici giorni, tranne che “la cabina di regia” non reputi opportuno anticipare. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ritiene che sia possibile valutare anche la possibilità di trasformare alcune Regioni, dove la curva epidemiologica lo permetta, in zone bianche “per consentire ulteriori libertà come i ristoranti aperti alla sera o la possibilità di seguire la messa di mezzanotte”. Da ieri, il Piemonte, la Lombardia e la Calabria, sono diventate arancioni, invece Liguria e Sicilia, sono gialle. Maggiormente per le prime tre, è stato un giorno di ritorno alla quasi normalità, tanti negozi hanno potuto riaprire e le persone, anche in vista di un’eventuale nuova chiusura, se i contagi dovessero risalire, ne hanno approfittato per comperare i regali di Natale. Purtroppo, rimangono ancora zone rosse: Abruzzo, Campania, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Valle d'Aosta; arancioni: Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria; gialle: Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna e Veneto. I motivi che hanno portato a rivedere o confermare i colori con cui vengono identificate le Regioni, sono da ricercare nel Rt. Nelle Regioni in cui si è notato un netto miglioramento dell’Rt, l’indice di trasmissibilità del virus, il ministro della Salute Roberto Speranza ha ritenuto opportuno firmare la nuova ordinanza che ha permesso, seppur a poche Regioni, di rivivere un po' di normalità.
30/11/2020
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