Scongiurare il ritorno dei dazi. E' su questa base, per il bene dell'agricoltura e del commercio in generale, che deve giocarsi la partita tra Unione europea e Regno Unito per la Brexit.
Lo chiarisce Cia-Agricoltori italiani che ribadisce come l'export agroalimentare nostrano a rischio ammonti a circa 3 miliardi di euro, un volume che richierebbe seriamente di venire compromesso con l'introduzione di nuovi balzelli.
“La soluzione appena raggiunta sull’Irlanda del Nord ci fa ben sperare - osserva il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino -. Bisogna uscire assolutamente da questa situazione di incertezza, rischiosa per imprese e cittadini, che può assumere una dimensione allarmante in un periodo già di difficoltà sul fronte della crescita economica, a causa degli effetti del Covid”.
Senza un accordo, da inizio 2021 ci saranno dazi e controlli alle merci a livello frontaliero. "Le esportazioni agroalimentari nazionali verso il Regno Unito, infatti, valgono 3,4 miliardi di euro -ricorda l’Ufficio Studi Cia -. Tra i prodotti italiani più venduti, il primo è il vino, che rappresenta il 24% del totale delle esportazioni Oltremanica, con un fatturato superiore a 830 milioni di euro. Di assoluto rilievo anche il nostro export verso Londra di ortofrutta trasformata (13%) e ortofrutta fresca (6%), così come dei prodotti da forno e farinacei (11%) e dei prodotti lattiero-caseari (9%)".
Inserisci un commento