Festa tunisina improvvisata nell’aula consiliare di Mazara del Vallo, con canti e danze, per la liberazione dei 18 pescatori.
I parenti dei marittimi musulmani hanno ballato insieme ai familiari dei pescatori italiani secondo i rituali tipici della tradizione maghrebina. Una sorta di danza liberatoria, che scaccia via le tensioni accumulate nel periodo della prigionia dei loro cari.
Uno stato di ansia che li ha visti anche stazionare, accampati davanti a Montecitorio per implorare l'aiuto del Governo italiano, per avanzare una trattativa utile alla liberazione di 18 uomini che avevano solo la colpa di svolgere il proprio lavoro.
L'accusa mossa era di avere violato le acque territoriali per aver pescato all'interno di quella che ritengono essere un'area di loro esclusiva pertinenza in base ad una convenzione che prevede l'estensione della Zee (zona economica esclusiva) da 12 a 74 miglia.
Sono passati 108 giorni da quello in cui militari libici arrestavano i pescatori mazaresi, per poi accusarli infondatamente di traffico di droga, solo per alzare il prezzo del riscatto e richiedere in cambio la liberazione di alcuni scafisti clandestini.
18/12/2020
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