Ci risiamo. Cambiano i "suonatori" ma la musica resta la stessa. Si riparte dai colori per regione, dai vaccini che vengono ritirati dal commercio dopo essere stati iniettati a migliaia e migliaia di persone e si riparte sopratutto dai ristori, quasi inesistenti, e da un lockdown che sembra inevitabile.
Esistono molti modi per chiamare questo anno nero che abbiam vissuto da pandemia a coronavirus ma forse il termine più giusto lessicalmente sarebbe soltanto catastrofe. Infatti, mentre milioni di italiani si interrogavano su chi veniva nominato e doveva lasciare la casa del grande fratello, mentre altri si confondevano tra le note di Achille Lauro ospite fisso a Sanremo e mentre molti chiedevano la riapertura degli stadi per continuare a tifare la propria squadra del cuore e gridare tutti in coro, ecco questi molti si erano dimenticati di comprendere che il virus era latente "tra noi ed in mezzo a noi", come recitava una splendida canzone di Frankie Hi Energy qualche anno fa.
Il discorso sembra semplice ma in realtà è assai più complesso da quello che lo si dipinge pubblicamente. E forse per paura di spaventare proprio questi grandi appassionati del grande fratello, della musica giovanile e degli stadi non viene detta tutta la verità in modo diretto anzi direttissimo.
Il nostro presente è cambiato totalmente nel giro di un anno. La nostra società ha conosciuto il suo cigno nero come alcune altre volte nella storia dell'umanità, ed ora, proprio ora la nostra civiltà non solo è a rischio stravolgimento totale ma addirittura "estinzione". Si parla di questo virus come di un dramma, è lo è certamente, ma cosa succederebbe se questo virus si modificasse al punto da far morire in poche ore chi ne venisse contagiato? E se iniziasse a contagiare con questa veemenza anche i bambini e gli adolescenti? E se paradossalmente fossero potenzialmente contagiabili anche gli animali che ci fanno compagnia ogni giorno? Cosa accadrebbe al sistema sanitario, all'economia nazionale e internazionale, al valore di beni immobili come le case che oggi percepiamo come beni rifugio? Non sarebbe forse la fine della nostra civiltà cosi come la conosciamo?
Ecco, chi pensa che abbiamo toccato il fondo, forse non comprende che il fondo è molto lontano dall'essere raggiunto. Alcune nostre abitudini sociali e personali, oggi appartengono al passato, e sarebbe utile e necessario convivere con le nuove abitudini per capire che questa civiltà dovrà tirarsi su le maniche e ripartire, cosi come è stato dopo le guerre mondiali e forse di più.
Se poi continuiamo a vivere nel menefreghismo totale, intenti a spiattellare balletti su TikTok, a parlare tutto il giorno di follow e di like, a fare le foto con la boccuccia a cuore ed a mandarci foto e video di gattini che parlano o che fanno cose buffe ecco se questa stessa attenzione fosse riposta nel responsabilizzare tutti noi e far comprendere a tutti , nessuno escluso, che esiste un problema oggettivo chiamato pandemia, allora forse potremmo pensare di evitare un'altro lockdown e perchè no anche le regioni a colori.
12/03/2021
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