Continuano le manifestazioni dei no-green pass in Italia e quella che si è tenuta sabato 30 ottobre a Novara ha suscitato molte polemiche. A destare stupore e profonda disapprovazione, non è stato certamente il diritto reclamato, bensì tutta la ‘coreografia’ che una folta schiera di persone ha messo in scena.
Con indosso delle pettorine, uniti per mano, in fila e attaccati ad una corda, con il chiaro riferimento agli internati nei campi di concentramento nazisti, hanno marciato contro l’obbligo vaccinale deciso dal governo per accedere a tutte le strutture del lavoro.
Dissenso, rabbia e condanna, sia della modalità, a dir poco inappropriata, che dei cartelli che paragonano l’obbligo vaccinale alla Shoah, sono stati espressi dall’Unione delle comunità ebraiche italiane, da diversi esponenti delle forze politiche e dall’associazione partigiani.
Gianfranco Zulian direttore generale dell’AOU di Novara, ha dichiarato: “Paragonare le norme sul green pass ai campi di sterminio è un abominio”. Per l’Anpi di Novara, riferendosi ai manifestanti con indosso le pettorine a righe, afferma: “Si definiscono vittime di una dittatura ma sono ignoranti della storia e sono irrispettosi delle milioni di vittime che la barbarie nazifascista ha portato, senza la minima coscienza, senza il minimo senso della vergogna”.
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