Spaventano i rincari di elettricità e gas, si spera congiunturali, determinati dall’impennata dei costi delle materie prime. Si moltiplicano le promesse di rendere strutturali le misure attivate dal Governo per decongestionare i prezzi sterilizzando le voci “accessorie” che contribuiscono a gonfiare i prezzi.
Il problema più gravoso è quello degli oneri, più o meno impropri, appioppati alle nostre bollette, ma c’è anche il problema delle regole di funzionamento del nostro mercato dell’energia. Si aggiungono questioni che sembrano accessorie ma che hanno un peso significativo. Tra queste il mancato sfruttamento delle nostre riserve di idrocarburi, che in una fase di transizione possono decongestionare il problema.
Le nostre bollette sono ingabbiate in un pesante ingorgo di voci, oneri, addizionali e tasse che produce due effetti perversi. Gonfia il costo totale e, ancor peggio, rende difficile trasferire sui clienti finali gli attesissimi effetti della liberalizzazione e della concorrenza tra operatori, visto che i costi difficili da comprimere sono preponderanti e lasciano pochi margini ad offerte di prezzo davvero diverse tra loro.
Meno del 40% in media della nostra bolletta si riferisce ai costi della materia prima che serve per produrre l’energia che ci viene venduta, mentre le spese di gestione rappresentano una quota ridotta. Stendiamo un velo pietoso sulle addizionali improprie come quella, ormai al tramonto per esplicita azione della Ue, con la quale era stato inserito nella bolletta elettrica addirittura il canone della televisione.
21/11/2021
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