Il giorno della Befana, è segnato da uno degli assassini più drammatici e misteriosi legati alla mafia e, nel quale, non si esclude la compartecipazione dei Nar, l’organizzazione terroristica neofascista. Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, nel 1978 venne eletto presidente della Regione Sicilia, ma il suo operato, fondato su solidi ideali politici, fortemente in contrasto con la mafia, venne stroncato da Cosa nostra.
La mattina dell’Epifania del 1980, mentre si recava a messa assieme alla famiglia, davanti casa sua in via della Libertà e appena salito a bordo della sua Fiat 132, venne ammazzato con una raffica di colpi di arma da fuoco, una ‘Colt Cobra calibro 38 Special’, lo stesso tipo che risulta poi esser stata usata anche per altri omicidi, tra cui quello del giudice Mario Amato.
Nonostante i mandanti siano stati condannati all’ergastolo, fra questi Totò Riina, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca e altri esponenti della cupola, i killer e altre figure legate all’omicidio, non sono mai stati identificati. In occasione del quarantaduesimo anniversario, oggi Palermo ricorda la ‘nera’ ricorrenza con una cerimonia.
Il sindaco Leoluca Orlando ha dichiarato: “Se oggi la mafia non governa Palermo lo si deve anche a Piersanti Mattarella che ha contribuito al cammino di liberazione della città e al suo cambiamento culturale. Anche per questa ragione, a distanza di quarantadue anni, non dobbiamo arrenderci ma cercare verità e giustizia.”
06/01/2022
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