La variante Omicron, sequenziata a novembre per la prima volta in Sudafrica, ha portato nuovamente a far crescere la curva dei contagi nel mondo, anche se ad oggi, ha avuto un impatto meno devastante rispetto alle precedenti.
In questi due mesi, in molti hanno ipotizzato che il ceppo sudafricano rappresenti l’ultima preoccupante variante e che superata questa ondata, il pianeta inizierà un graduale cammino verso il ritorno alla normalità.
Dello stesso avviso è Hans Kluge, il direttore regionale dell’OMS per l’Europa, il quale, ritendo che entro marzo probabilmente Omicron contagerà il 60% degli europei, all’agenzia stampa ‘France Presse’, ha dichiarato: “È plausibile che la regione si stia avvicinando alla fine della pandemia”.
Nonostante le prospettive positive, considerando l’imprevedibilità del Sars-Cov-2, il medico belga invita comunque ad essere molto cauti. Intanto, in Sudafrica, nonostante il basso numero di vaccinati, dopo la prima allarmante fase, come confermato dall’Oms, nell’ultimo mese, si è verificata una decrescita dei contagi, tanto che, se nella terza metà di dicembre erano stati registrati oltre 20 mila positivi al giorno, ieri, i contagi giornalieri sono stati circa 3500.
24/01/2022
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