A nulla sono serviti i quasi sei mesi di duro lavoro che hanno dato vita al progetto rifondativo, alla creazione di un nuovo Statuto e alla nomina di Giuseppe Conte come presidente del Movimento 5 Stelle.
Il partito, caduto in una profonda crisi con l’arrivo del premier Draghi, tentò di riprendere terreno, con poco successo. Dopo il fallimento alle amministrative 2021, solo nelle scorse ore, il ministro dell’Interno di Maio si è dimesso dal Comitato di garanzia del M5S.
Come se non bastasse, ieri è arrivata una notizia devastante come uno tsunami: Giuseppe Conte decade da presidente del M5S, così come i cinque vicepresidenti. Lo ha stabilito il Tribunale di Napoli, dopo aver analizzato l’istanza presentata da alcuni attivisti, per la sospensione delle delibere del 3 e 5 agosto, che hanno permesso l’adozione della nuova Carta e portato alla nomina del presidente.
Steven Hutchinson, uno dei firmatari, ha dichiarato: “Si torna al rinnovamento arrivato a febbraio 2021. Avevamo già uno Statuto democratico che è stato cancellato da un colpo di spugna. Ora il nostro garante, Beppe Grillo dovrà gestire la situazione. Vediamo cosa dirà, ma abbiamo fiducia”.
08/02/2022
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