A distanza di quasi quarantaduenni, la Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo Paolo Bellini, identificato come quinto attentatore nella strage di Bologna.
L’esplosione della bomba nella stazione ferroviaria del capoluogo emiliano-romagnolo, che provocò 85 morti e 200 feriti, è considerato tra gli attentati terroristici più drammatici del dopoguerra.
Nonostante il Bellini fosse stato già indagato, perché riconosciuto in un video girato da un turista sul luogo della strage il 2 agosto del 1980, grazie all’alibi fornito dall’ex moglie, che ha ammesso di aver mentito solo lo scorso anno, non era mai finito a processo.
L’uomo, ex militante di Avanguardia Nazionale, un’organizzazione neofascista italiana, è stato ritenuto colpevole della strage assieme ad altre quattro persone, (condannate in precedenza): Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Gilberto Cavallini, anche loro all’ergastolo, mentre Luigi Ciavardini condannato a trent’anni di reclusione.
Il ‘processo ai mandanti’ vedeva imputati anche altri quattro personaggi di spicco, ma essendo morti, non sono processabili. Inoltre, assieme al sessantottenne, sono stati condannati l’ex capitano dei carabinieri, Piergiorgio Segatel, per depistaggio, e Domenico Catracchia l’ex amministratore di condominio in via Gradoli a Roma, per false informazioni ai pm: dovranno scontare, rispettivamente, sei e quattro anni di carcere.
07/04/2022
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