L’Italia, nel 2010, con un decreto legislativo, attuò la “direttiva Bolkestein”, approvata dalla Commissione europea nel 2006, che prevedeva nuove disposizioni generali relative al “mercato comune europeo dei servizi”, ritenendo che la concorrenza favorisse l’occupazione, la crescita del PIL e migliori condizioni per gli utenti finali.
Il nostro Paese, per non aver applicato la direttiva, rischia una maxi-sanzione e, per evitarla, è stato fissato al 31 dicembre 2023 il termine ultimo per aprire i bandi di gara delle concessioni balneari. Solo in caso di contenziosi, i Comuni potranno rinviare di un anno l’apertura dei bandi, quindi, al 31 dicembre 2024.
Fino ad oggi, nel nostro Paese, le concessioni demaniali marittime non sono assegnate con gara pubblica, ma prorogate alla scadenza, ogni 15 anni. Con la riforma del “sistema spiagge”, molte aziende rischiano di rimanere fuori dal rinnovo delle concessioni e l’esecutivo, per tutelarle, ha previsto degli indennizzi.
Secondo quanto dichiarato, per quantificare le somme da corrispondere alle imprese, dovranno essere emanati nuovi decreti. Il governo ha sei mesi di tempo per stabilire i criteri che determineranno il valore d’impresa ma, proprio questo nodo, ha creato una spaccatura sul Ddl Concorrenza.
27/05/2022
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