Dalla notte dei tempi è in corso la diatriba se stanchi più il lavoro manuale o quello mentale. Dopo ipotesi, teorie e convinzioni, a mettere fine ad ogni discussione è arrivata una ricerca, condotta dall’ Università Pitié-Salpetrière di Parigi.
Mathias Pessiglione e Antonius Wiehler, a capo di un team di scienziati, hanno monitorato il cervello di due gruppi di volontari: il primo impegnato in attività meno stancanti, il secondo in calcoli, ragionamenti e quiz, durati per molte ore in un’unica giornata. Dopo l’attività, i partecipanti alla ricerca sono stati sottoposti a risonanza magnetica, che ha messo in luce i segni di affaticamento delle due gruppi in esame.
Secondo la scienza, il lavoro intellettuale prolungato stanca tanto quanto quello fisico. In seguito alla stanchezza, l’attività mentale sprigiona delle tossine che, accumulandosi nella corteccia prefrontale del cervello, influiscono sulle decisioni e spingono a scelte impulsive. Per eliminare le sostanze prodotte e favorire il recupero è necessario “un po' di sano riposo”.
12/08/2022
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