La Sicilia, secondo memoria storica, è sempre stata il granaio d'Italia fin dai tempi dell'Impero Romano, distinguendosi nella produzione di grani antichi alla base del ciclo produttivo della pasta ed elemento primario per la produzione di pani scuri come quello di Tumminia o il Nero di Castelvetrano.
È un vero e proprio movimento quello della riscoperta dei grani antichi locali, che ha preso vita grazie all'impegno di molti agricoltori e che ha trovato una comunione di intenti nell'Associazione Simenza, impegnata nella conservazione delle sementi contadine siciliane e della loro coltivazione biologica.
I grani antichi siciliani comprendono 52 varietà, suddivise in base alle zone di coltivazione. Delle quali se ne distinguono 28 tipologie, iscritte al Registro Nazionale delle Varietà da Conservazione del Ministero delle Politiche Agricole.
Grazie all'impegno della Regione Siciliana, che ha applicato una normativa che identifica e protegge la filiera produttiva con il marchio “Grani Antichi”, anche a salvaguardia del consumatore finale che sa di comprare un prodotto di eccellenza. Motivo per cui sono aumentati gli agricoltori votati a queste monocolture.
Tra i grani antichi siciliani uno tra i più famosi è il Timilia, presente in Sicilia dalla notte dei tempi noto anche con i nomi:Tumminia, Diminia, Tummulia, Riminia,Marzuolo.
La semina della Timilia si effettuava in periodo tardivo, nelle ultime settimane invernali, considerato infatti un "grano di emergenza" da piantare qualora piovosità o siccità non avessero permesso la semina di altre varietà, nei primi mesi dell'anno.
All'inizio del secolo IL Timilia era la coltura maggiore nelle regioni meridionali italiane. Tanto che, nel 1914, il Ministero di Agricoltura Industria e Commercio in una pubblicazione dal titolo “Il frumento in Italia” riportava il prezzo medio mensile di ciascun mercato italiano, indicando per il tre tipi di grano presenti nel mercato di Palermo:Realforte, Sammartinara e Timilia; mentre per il mercato di Catania indica solo due categorie “per pasta” e Timilia.
Gesualdo Bufalino, nel 1930 riporta il Timilia come unico grano marzuolo, ovvero seminato a marzo, riferendo che questo biotipo di frumento utilizzato nella classica rotazione, maggese, frumento vernino, frumento primaverile od orzo, riposo pascolativo, si coltivava come coltura miglioratrice, in particolare nelle zone collinari.
13/12/2020
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