Ad ogni inizio dell'anno si ripropone sempre lo stesso problema, le specie sono in riproduzione ed il mercato del pesce siciliano, soprattutto quello che riguarda la ristorazione, richiede la novellame, da molti anni taglia proibita.
La Sicilia, secondo i dati forniti da Federpesca, (la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca) contribuisce con il 27% di fatturato al reddito nazionale del settore. In questo quadro, si inserisce anche la pesca della novellame da consumo, quella che nelle tavole locali diventa polpette di neonata; scientificamente conosciute come Il “bianchetto” forma larvale di Sardina pilchardus (Walbaum 1792) e il “rossetto” (Aphia minuta, Risso 1810).
Un prodotto ittico, spesso presente sui nostri mercati, particolarmente apprezzato e ricercato soprattutto nelle regioni che si affacciano sul mare. In Sicilia, questo tipo di pesca risale all’epoca del Regno delle due Sicilie e rientra nella consuetudine gastronomica locale.
Seppur presenti in tutto il Mediterraneo, le aree di pesca più importanti per queste specie risultano la Sicilia e l’Adriatico, dove raggiungono elevati prezzi di vendita. Purtroppo, da molti anni a questa parte si registra un impoverimento sensibile e costante dei principali stock di alcune specie ittiche, poiché l’attività di pesca è molto intensa e i pesci catturati troppo piccoli, i pescherecci, sempre più efficaci grazie ai progressi tecnici, come l’utilizzo dell’ecoscandaglio, hanno provocato un intenso sfruttamento delle risorse del mare.
19/12/2020
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