Il 30 dicembre la Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, ha ricevuto il nullaosta del Governo ed ha pubblicato la documentazione completa, il progetto e la carta segretissima, attesissima e temutissima per anni, tenuta dal 2015 sotto riservatezza assoluta con minaccia di sanzioni penali per chi ne rivelasse dettagli.
La carta, che individua 67 siti di cui 4 i Sicilia, arriva dopo molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo.
Sono rimasti di stucco i sindaci delle zone interessate, che non erano stati chiamati a conoscenza della volontà di seppellire scorie nucleari nei loro territori. Il sito del Cnapi risulta bloccato e non riescono a fare accertamenti sui punti specifici individuati.
Il governo riconosce i sindaci come autorità sanitaria locale quando si tratta di affrontare una pandemia ma li dimentica quando si affrontano temi come il deposito di rifiuti radioattivi. Da Trapani a Caltanissetta, passando per le Madonie tutti i primi cittadini dicono 'no' a questa ipotesi.
“L’allarme globale provocato dal coronavirus, attacca Coldiretti Sicilia, ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro. L’idea di mettere scorie nucleari nella nostra Regione, in aree dove da anni si lavora sul potenziamento delle caratteristiche ambientali, è paradossale e bisogna attivarsi subito perché non succeda”.
La popolazione si augura che la Sicilia non diventi mai una nuova terra dei fuochi , aleggia nell'aria una protesta di tutti i siciliani per dire no a questa follia.
07/01/2021
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