Se da qualche giorno è passata la giornata della memoria ed ogni anno abbiamo bisogno di celebrare il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, per non dimenticare la tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata, qualcosa ancora non va nell'immaginario collettivo. Penso che gli olocausti siano tutti uguali, sionisti o no. Ma non voglio entrare approfonditamente nel merito di queste scelte, l'importante è che se ne parli anche a giorni di distanza.
Diverse iniziative, quasi tutte online, sono state organizzate nella giornata di mercoledì 10 febbraio, quando si celebra il Giorno del Ricordo e nei giorni successivi.
Parliamo di una tragedia per molti anni dimenticata, in cui Il comunismo di Tito, che predicava la fratellanza tra i popoli, riuscì quel che non era stato in grado di realizzare il fascismo di Mussolini, che praticava una politica esplicita di snazionalizzazione della componente slava: lo sradicamento quasi completo di una comunità nazionale. Nelle zone occidentali dell’Istria, in città importanti come Fiume e Zara, la comunità italiana, prima maggioritaria, venne quasi azzerata.
Si trattava di circa trecentomila italiani che persero il lavoro, la casa, il diritto di continuare a vivere nei borghi e nelle città dei loro padri.
Non si possono tuttavia addossare alla cultura marxista tutte le colpe di una dimenticanza che ha riguardato un Paese per mezzo secolo guidato da governi a maggioranza democristiana.
10/02/2021
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