Negli ultimi anni il Molise ha visto l’accorpamento con altre Regioni di importanti enti territoriali e istituzioni, come Ferrovie, Anas, Comandi militari, eccetera.
Tutti segnali precursori di una tendenza che l’emergenza Covid ha ulteriormente accelerato e reso ancor più evidente.
In questi lunghi mesi di emergenza pandemica il Molise si è tenuto sostanzialmente in piedi in primis grazie alla tenacia del tessuto imprenditoriale molisano che, nonostante gli esigui ristori stanziati a fronte di altisonanti annunci, ha dimostrato una capacità di resilienza encomiabile. In secondo luogo, grazie alla caparbietà e al coraggio dei singoli cittadini molisani che hanno affrontato stoicamente, con dignità e rispetto delle regole, una situazione drammatica e unica nel suo genere.
Una situazione che ha reso oltremodo evidente il fatto che una serie di servizi essenziali non siano più gestibili da soli. Il Covid ha dimostrato, ad esempio, come le Regioni non siano in grado di gestire singolarmente un’emergenza sanitaria come quella in atto.
Ecco perché, da più parti, si è palesata la necessità di procedere ad un ri-accentramento a livello nazionale di servizi essenziali come la sanità. Tocca certamente al Consiglio regionale, massima espressione della democrazia di questa terra, tornare ad immaginare il futuro della Regione. Senza false speranze ma senza nemmeno abbandonarsi alla rassegnazione. A cominciare dal discutere seriamente sull’accorpamento del Molise con un’altra Regione, come ad esempio l’Abruzzo; cui sembrano legati da una comunanza di storia, valori, tradizioni e morfologia del territorio.
Una possibilità, quest’ultima, per ridurre i costi garantendo al tempo stesso migliori servizi e, se possibile, cercando di porre un serio freno all’impoverimento demografico in atto.
26/04/2021
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