Da oggi inizia il “semestre biacco,” e ciò significa che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non solo fra sei mesi concluderà il suo mandato al Colle, ma secondo quanto previsto dall’articolo 88 della Costituzione, in questo periodo non potrà più né sciogliere le Camere né indire nuove elezioni.
La norma venne elaborata dai membri dell’Assemblea Costituente, mentre erano impegnati a scrivere la Costituzione. Fu introdotta per evitare che il Presidente dello Stato, nella fase conclusiva del suo incarico, potesse decidere di far cadere il governo, i cui membri non mostrassero la volontà di una sua possibile ricandidatura.
La norma fu fortemente voluta, con l’intento di escludere la possibilità “di un colpo di Stato legale”, in quanto il Paese veniva da vent’anni di dittatura fascista. In questi sei mesi, però, nonostante il potere del Capo dello Stato sia limitato, contrariamente a quanto si pensi, gli rimangono ancora diverse “armi in mano”.
Fra queste, per esempio, nel caso estremo che i partiti dovessero creare una crisi di governo e voler comporre nuove maggioranze, come accadde a febbraio quando venne poi venne nominato Mario Draghi, il Presidente avrebbe due possibilità: o optare di far rimanere l’esecutivo in carica, o decidere di rassegnare le dimissioni, così, “lo scioglimento delle Camere dipenderebbe dal suo successore.”
03/08/2021
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