Piazza dei Martiri scivola verso il mare, che è una tavola nera e silenziosa. Nel grande vuoto del porto, si intravede il lato intatto dei silos, che contenevano l’85% delle riserve di grano del Libano: un simbolo doloroso della crisi in cui versa il paese, sotto gli occhi di tutta la città.
È passato un anno dalla terribile esplosione che ha sconvolto Beirut e tutto il Libano . Il giorno della commemorazione, però, è segnato da tensioni altissime con scontri in piazza.
Ricorre ieri il primo anniversario dell'esplosione al porto di Beirut, in Libano.
Il 4 agosto 2020 un deposito che conteneva nitrato di ammonio è esploso uccidendo 217 persone, ferendone 7.000 e costringendo 30.000 persone ad abbandonare le proprie case. Nonostante le autorità abbiano promesso indagini veloci, dopo dodici mesi l'inchiesta è ferma, bloccata secondo molti osservatori da veti incrociati per evitare di far emergere responsabilità politiche e amministrative.
Nel giorno della commemorazione sono state organizzate marce di protesta e ci sono stati scontri tra la polizia schierata in tenuta anti-sommossa che ha sparato lacrimogeni, e attivisti che hanno lanciato pietre e hanno tentato di forzare le inferiate che bloccano l'accesso al perimetro della sede del parlamento, in Place de l'Etoile.
Secondo la Croce rossa i feriti sono almeno 54, la maggior parte dei quali sono tra i manifestanti ma ci sono anche alcuni agenti.
05/08/2021
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