A distanza di anni, le vicende dei liberatori approdati in Italia assumono contorni sconcertanti.
Episodi di violenza pura tornano ai nostri giorni da gruppi osannati storicamente.
Lo ha rimarcato l'europarlamentare Nicola Procaccini.
"Gli stupri di massa, le torture, gli omicidi commessi nei confronti della popolazione italiana ad opera delle truppe francesi alla fine della seconda guerra mondiale, rappresentano una delle pagine più buie della storia recente su cui va fatta piena luce. Dalle ricerche condotte dal Presidente dell'Associazione Nazionale Vittime delle 'Marocchinate', Emiliano Ciotti, stanno emergendo fatti sempre più sconvolgenti, atrocità messe in atto dal CEF, il Corpo di spedizione francese in Italia (composto in massima parte da soldati marocchini, algerini, tunisini e senegalesi), i cui segni sono ancora oggi evidenti nella memoria e nell’anima di migliaia di persone", ha detto.
"I famigerati Goumiers, passati alla storia come liberatori, tra il 1943 e il 1944 in realtà hanno compiuto veri e propri stupri di massa, abusi, omicidi, ai danni prevalentemente di donne e bambini, ma anche di uomini", secondo recenti testimonianze.
"Quei fatti - ha proseguito Procaccini -, che portarono a oltre mille omicidi, 60.000 donne stuprate e più di 180.000 violenze carnali finora accertati, si verificarono non solo nel Lazio (nelle province di Frosinone e Latina in particolare) ma in tutta Italia. Fatti di inaudita ferocia e gravità, veri crimini di guerra di cui però nessun Tribunale internazionale si è mai occupato. L’istituzione da parte della Regione Lazio della 'Giornata in memoria delle Marocchinate', fissata il 17 maggio di ogni anno, rappresenta un atto di civiltà verso il dolore di migliaia di persone e delle loro famiglie ma anche un passo importante verso l’accertamento completo di una verità storica".
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