Negli ultimi mesi sono sempre più le vittime di attacchi hacker, i quali sequestrano i dati delle aziende chiedendone poi il “riscatto” per rilasciarli. Ma la sottrazione delle chiavi per generare i Qr Code dei Green pass, avvenuto nelle scorse ore, seppur si tratti di hackeraggio, non ha nulla a che vedere con un ransomware.
Infatti sul web, a testimonianza dell’effettiva creazione di “passaporti verdi” validi, sono circolati due certificati falsi, intestati entrambi a Adolf Hitler ma che si differenziavano per l’età differente.
Conseguentemente alla sottrazione delle chiavi, su alcuni gruppi di Telegram era possibile acquistare i Green pass generati con quei codici, alla modica cifra di 300 euro, ma sono già stati invalidati. Il furto dei codici ha riacceso i riflettori sulla spinosa questione della privacy, in quanto attualmente, gli addetti alla verifica del documento, non sono tenuti ad effettuare un controllo incrociato per accertarsi che i dati riportati corrispondano effettivamente all’utente vaccinato.
In principio si era diffusa la voce che il furto sarebbe avvenuto in Italia, per poi arrivare la smentita. Secondo quanto appreso, l’azione fraudolenta sarebbe avvenuta in un altro Paese europeo, presumibilmente in Polonia.
28/10/2021
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