L’adeguamento automatico dei salari all’inflazione, la parificazione dei salari tra vecchi e nuovi assunti, l’aumento dello stipendio del 40% in 4 anni e una più graduale transizione verso le auto elettriche, sono solo alcune delle richieste avanzate dai lavoratori delle tre principali case automobilistiche Stellantis, Ford e General Motors.
In coincidenza della scadenza del rinnovo del contratto collettivo di lavoratrici e lavoratori, e in seguito al mancato accordo tra le parti, il sindacato statunitense Uaw, United Auto Workers, che conta il maggior numero di iscritti in assoluto negli Usa, il 14 settembre ha dato il via al più grande sciopero della storia del Paese, coinvolgendo contemporaneamente, per la prima volta in assoluto, i metalmeccanici delle tre multinazionali.
La mobilitazione, con la partecipazione iniziale di 13 mila operai su 150 mila, riguarda tre stabilimenti: Gm in Missouri, Ford nel Michigan, Stellantis in Ohio, e in caso di una mancata intesa, a turno, verranno coinvolte anche le altre fabbriche. In fase di negoziazione, i vertici delle case automobilistiche avevano proposto un aumento salariale di circa il 20%, ritenuto insufficiente anche alla luce dei profitti record registrati negli ultimi anni.
Sulla questione è intervenuto il Presidente degli Usa Joe Biden che si è schierato a favore dei lavoratori, pur auspicando di trovare presto un accordo, per non incorrere in gravose perdite che andrebbero a pesare su l’intera economia statunitense.
18/09/2023
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