Il Consiglio straordinario europeo ha raggiunto un accordo di massima sul piano di riarmo proposto dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Tuttavia, sulla questione del sostegno all'Ucraina si registra una spaccatura: il premier ungherese Viktor Orbàn ha posto il veto, costringendo gli altri 26 Paesi dell'Unione Europea a procedere autonomamente.
Il piano di riarmo europeo
L'intesa raggiunta prevede la possibilità per ogni Stato membro di destinare ai fondi per la difesa una parte dei 350 miliardi di euro di coesione non ancora spesi. La decisione finale dovrà essere presa nel Consiglio europeo del 20-21 marzo. Tuttavia, alcuni leader, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni, hanno già annunciato l'intenzione di non adottare questa misura. Berlino, dal canto suo, ha ottenuto un impegno a valutare ulteriori misure per facilitare la spesa in difesa, persino riaprendo il Patto di stabilità al fine di garantire margini di manovra più ampi per gli investimenti militari.
Il sostegno all'Ucraina: la dichiarazione a 26
L'altro grande tema sul tavolo era il sostegno a Kiev. Il Consiglio ha ribadito il proprio impegno con un documento che stabilisce cinque principi fondamentali per la pace:
- Nessun negoziato sull'Ucraina senza l'Ucraina.
- Nessun negoziato sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell’Europa.
- Qualsiasi cessate il fuoco deve essere parte di un processo di pace globale.
- Ogni accordo di pace deve garantire la sicurezza dell'Ucraina per prevenire future aggressioni russe.
- La pace deve rispettare l'indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell'Ucraina.
L’Ungheria ha rifiutato di sottoscrivere il documento, costringendo gli altri Stati membri a formalizzarlo attraverso una dichiarazione firmata dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. L'alto rappresentante per gli Affari Esteri dell'UE, Kaja Kallas, ha sottolineato la necessità di superare il blocco ungherese, ventilando l'ipotesi di una "coalizione dei volenterosi", che consentirebbe di agire senza il consenso unanime dei 27.
Nuovi aiuti militari e la "coalizione dei volenterosi"
Il piano prevede ulteriori 30 miliardi di euro in aiuti militari per l'Ucraina nel 2025, nonché la possibilità di integrare Kiev nei programmi di riarmo congiunti dell'UE.
Nel frattempo, cresce l'idea di una "coalizione dei volenterosi" per un eventuale intervento di peacekeeping. La Francia ha dichiarato la propria disponibilità, mentre il Regno Unito sta conducendo colloqui con partner europei e membri del Commonwealth. Tuttavia, una richiesta di copertura da parte degli Stati Uniti appare prematura, anche alla luce della posizione russa, che rifiuta l'idea di un cessate il fuoco se gli stessi Paesi che sostengono militarmente Kiev si propongono come garanti della pace.
Il ruolo della deterrenza nucleare
Parallelamente, il presidente francese Emmanuel Macron ha rilanciato la proposta di condivisione dello scudo nucleare francese. La Germania ha ribadito la propria fedeltà alla protezione offerta dalla NATO, mentre la Polonia si è detta disposta a prendere in considerazione l’ipotesi.
Le discussioni sulla difesa europea proseguiranno nel prossimo vertice di marzo, dove si cercherà di tradurre gli accordi di massima in decisioni concrete, tenendo conto delle divisioni interne all'Unione e del delicato equilibrio geopolitico internazionale.
07/03/2025
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