Il fenomeno è agli inizi ma ha già un nome: “vaxication”, cioè vax, vaccino, più vacation, vacanza.
Con molti Paesi europei in ritardo nella campagna di immunizzazione, l’offerta di viaggio all’estero comprensivo di fiala è già una realtà: in Serbia, per esempio, dove è del tutto legale e la possibilità viene pubblicata perfino dal sito ufficiale dell’ambasciata italiana a Belgrado, che linka direttamente al modulo con cui ci si può prenotare scegliendo tra diversi vaccini, da Pfizer a Sputnik fino a quello cinese.
In un’intervista rilasciata ieri al Corriere, un uomo d’affari milanese ha raccontato di aver fatto così prima e seconda dose, ottenendo alla fine anche un passaporto vaccinale.
Ma la Serbia non è sola a offrire il servizio di “vaxication”. Altri Paesi non lo pubblicizzano ma lo vendono più discretamente. Ad esempio un’associazione di ricchi inglesi, il Knightsbridge Circle di Londra, propone a 45 mila euro un pacchetto con due punture e tre settimane di lussuoso soggiorno in India o a Dubai, a scelta del cliente. E così l’élite mondiale può mettersi in salvo dal Covid, lasciando gli altri in attesa.
Il caso di Dubai in realtà è controverso, perché da anni l’emirato ha fatto investimenti enormi nel turismo sanitario, con la costruzione di giganteschi alberghi-cliniche dedicati. Ora però, ufficialmente, il governo locale smentisce che siano a disposizione anche i vaccini per il Covid, sebbene siano molte le testimonianze che affermano il contrario.
Ma la “vaxication” non finisce con Serbia, India e Dubai: anche il governo delle Maldive ha annunciato un programma chiamato delle tre v, “visit, vaccinate and vacation”. E l’offerta è già attiva nelle Isole Vergini americane, senza bisogno di prenotazione: basta andare ed entrare in una farmacia, e l’iniziativa è pubblicizzata dalle autorità locali con il claim: “In nessun posto al mondo è così facile”.
07/04/2021
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