Nel giorno delle elezioni scozzesi che potrebbero dare una spinta decisiva verso l’indipendenza da Londra, Boris Johnson gioca alla guerra con la Francia per una questione di confini marittimi figlia dell’uscita del Regno Unito dall’Europa. E' successo appena una settimana fa.
Dopo aver capovolto la battaglia con il corona virus a colpi di vaccini e lockdown, il vulcanico premier britannico ci prende gusto e spara al bersaglio grosso: la Francia.
Parigi si trova a gestire una situazione paradossale in tempi di pace. Già da qualche giorno doveva guardarsi sul fronte orientale, dove, per via di un gesto irrituale di un contadino o di un burlone, aveva visto resrtingersi i propri confini con il Belgio. Ma lì si tratta solo di una vecchia pietra spostata che, prima o poi, tornerà a posto. Nessun soldato, nessun carro armato, nessun comunicato guerreggiante da Bruxelles. Anzi.
Sulla Manica si fa un po’ più sul serio: perché le navi sono vere, le proteste sono reali e gli effetti della Brexit sono tante micce pronte a esplodere qua e là, dove te l’aspetti, dove meno te l’aspetti: sull’isola di Jersey, una dipendenza della Corona britannica che però non fa ufficialmente parte del Regno Unito.
L’isola, per la sua collocazione, è sempre stata un affare mezzo inglese e mezzo francese, fino al XIII secolo apparteneva al duca di Normandia, come dimostra il nome della capitale Saint Helier, decisamente francofono.
15/05/2021
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