Ormai sembra una calamità calendarizzata, non c'è estate che non abbia al suo interno l'emergenza incendi. Cambiano gli scenari, non sono uguali le sterpaglie che alimentano le fiamme che distruggono boschi sempre allo stesso modo.
Quest'anno è andato in scena l'inferno nell'oristanese, il grande incendio che sta devastando il Montiferru, la Planargia, e il Marghine.
Quasi 1500 persone sfollate, oltre 20mila ettari di territorio, di boschi, oliveti e campi coltivati ridotti in cenere, aziende agricole devastate, case danneggiate.
Le sue lingue di fuoco si sono allungate ancora, minacciando i territori di Scano Montiferru, Sindia, Suni e Porto Alabe.
L’apparato delle squadre antincendio non ha smesso un minuto di contrastare il fronte del fuoco, soprattutto senza l’aiuto dei mezzi aerei, che si sono fermati nelle ore notturne. Otto aerei canadair, due anche dalla Corsica e due dalla Grecia. Quasi tutti gli elicotteri della flotta regionale sono stati indirizzati sul fronte oristanese e sono una dozzina.
Nessuno si sbilancia sulle cause, anche se la natura dolosa sembra la più plausibile, a far propagare le fiamme ci pensa sempre il vento.
27/07/2021
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