"Ecco, questa ebbrezza, questa emozione, questa esaltazione, questo immediato sentirmi a casa mia, io l’ho provato subito, la prima volta che sono entrato sotto la tenda di un circo; e non era nemmeno l’ora dello spettacolo, con il chiasso della gente che si affolla e la musica che riempie l’aria di fragore assordante; no, era la mattina presto e sotto il tendone dorato che respirava appena, come una grande panciona calda, accogliente, non c’era nessuno. Si sentiva un gran silenzio incantato, di lontano la voce di una donna che cantava sbattendo i panni e. solo, il nitrito di un cavallo, da qualche parte. Sono rimasto rapito, sospeso, come un astronauta abbandonato sulla luna che ritrova la sua astronave». «La donna è meravigliosa. La donna è l’universo. Forse questa è una concezione tantrica. La donna è la parte altrui dell’uomo, ma gli è superiore perché essa nasce adulta, antica…".
Giulietta, è l’unica opera narrativa che Fellini concepì come prologo e introduzione introspettiva al film"Giulietta degli spiriti" (1965).
Ora Valter Malosti propone la nuova versione rispetto a quella sua originale datata 2004, la versione teatrale del racconto adattata da Vitaliano Trevisan, e lo fa in occasione del centenario della nascita di Federico Fellini.
In scena l' interpretazione appassionata e vibrante di Roberta Caronia, Premio della Critica Teatrale ANCT 2020, che costruisce in scena un monologo di notevole impatto emotivo. L’attrice indossa un costume che rappresenta un tendone da circo così caro alla fantasia di Fellini, dal quale esce il busto di una figura mistica, un insieme di realtà e fantasia: qui Giulietta, una donna prigioniera delle proprie illusioni, è soffocata da continue paure e cambi di personalità, ma quello che è reale è la drammaticità della vita e degli avvenimenti, il contrasto tra il silenzio del circo (le mura domestiche, le illusioni e la fantasia...) e il rumore dell'esterno (il chiasso della gente, la realtà dei fatti, il dramma della vita...).
In questo insieme di realtà e fantasia, di mondo surreale e drammaticità della vita sta la visione DI Malosti che intepreta il sogno felliniano, ruprendedone le musiche di Nino Rota e Giovanni d’Aquila, con le scene di Paolo Baroni e le marionette di Gianni Busso.
02/11/2021
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