Tra le tante notizie negative che arrivano dall’Afghanistan, ne giunge una buona che riguarda i tanti ragazzi che frequentavano la scuola italiana per sordi di Kabul, gestita dalla Onlus milanese Pangea. Dopo la chiusura della scuola imposta dai talebani, poche ore fa è stato comunicato che l’associazione Pangea può ricominciare ad offrire il proprio aiuto ai circa 590 giovani accolti nel centro e affetti da sordità, conseguenza, nella maggior parte dei casi, di matrimoni tra consanguinei.
Per molto tempo, la struttura è stata considerata non solo un luogo di formazione, ma anche di emancipazione per le studentesse. Infatti, come raccontato dai responsabili della Onlus all’Agi: “Tre anni fa le bambine ci hanno chiesto di giocare a calcio come i maschi, richiesta rivoluzionaria per Kabul.
Abbiamo ottenuto l’autorizzazione dalle famiglie, e quello che è successo è stato incredibile: le ragazzine, anche le più timide, hanno tirato fuori una grinta pazzesca, imparando il concetto di squadra e divertendosi fino allo sfinimento”.
Purtroppo, con il ritorno dei talebani, le bambine non potranno più tirare calci ad un pallone, e le classi non potranno più essere miste, ma i responsabili di Pangea hanno dichiarato: “Oggi però, per noi è comunque un bel giorno, ora l’importante è che i corsi di studio riprendano con intelligenza e cautela. I giovani possono frequentare corsi per diventare parrucchieri, di inglese, di informatica, trucco, sartoria e meccanica.”
06/09/2021
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